A VOLTE RIPIOMBANO SULLA TERRA
Il ritorno degli Interno 17
Pensavo fosse una siderale presa per il culo, questo ritorno degli Interno 17, che è come quando ti dicono guarda in su, c’è l’eclissi, ma giù è ancora tutto fottutamente chiaro.
Invece, ritornano, non invitati, come sempre, come quei pezzi di meteorite che senti cadere la notte e ti sembrano fuochi d’artificio, poi ti svegli il mattino, prendi il tuo trattore cosmico, e ti si rompono le lame e ti fai un bel volo di 9 anni.
9 anni di attesa di ricaderci. In quel buco di meteorite.
Il tempo che ci mette un raggio di luce ad arrivare su una stella.
Di quelle abbastanza lontane.
Solo che non te lo aspetti che facciano ancora incetta delle tue lame emotive, che facciano a pezzi le tue resistenze, e sì che quando canticchi “a volte non è facile credere nelle favole”, ti viene in mente che quelli lì non li senti da un bel pezzo. Che poi quelli lì, magari, non sono proprio quelli lì, invece c’è sempre Massi alla chitarra, c’è sempre Bubu alla voce. Gli altri, un’altra storia, nuovi compagni di navigazione. Le rotte pulsanti di Greg al basso, l’incedere sghembo e jazzato di Silvano alle tastiere, la batteria astronomica di Beppe. Per andare, come sempre, in un posto che non esiste. E loro lo sanno, che non esiste. Per questo li ho sempre seguiti.
Non ci sono gli anni luce di distanza da quello che hanno sempre fatto, ma c’è la luce, ci sono le musiche dolci e malinconiche, di una classe che non ti aspetti da facce così, rock come quando il rock lo ascolti da lontano, che ti rimangono le parole in testa e le melodie che ti fanno sentire senza gravità.
10 canzoni per viaggi interstellari con il navigatore rotto.
Ci sono la luce e ci sono distanze da riempire.
Gli Interno 17 sono atterrati ancora.
Il solito schianto.
Mr Star
Invece, ritornano, non invitati, come sempre, come quei pezzi di meteorite che senti cadere la notte e ti sembrano fuochi d’artificio, poi ti svegli il mattino, prendi il tuo trattore cosmico, e ti si rompono le lame e ti fai un bel volo di 9 anni.
9 anni di attesa di ricaderci. In quel buco di meteorite.
Il tempo che ci mette un raggio di luce ad arrivare su una stella.
Di quelle abbastanza lontane.
Solo che non te lo aspetti che facciano ancora incetta delle tue lame emotive, che facciano a pezzi le tue resistenze, e sì che quando canticchi “a volte non è facile credere nelle favole”, ti viene in mente che quelli lì non li senti da un bel pezzo. Che poi quelli lì, magari, non sono proprio quelli lì, invece c’è sempre Massi alla chitarra, c’è sempre Bubu alla voce. Gli altri, un’altra storia, nuovi compagni di navigazione. Le rotte pulsanti di Greg al basso, l’incedere sghembo e jazzato di Silvano alle tastiere, la batteria astronomica di Beppe. Per andare, come sempre, in un posto che non esiste. E loro lo sanno, che non esiste. Per questo li ho sempre seguiti.
Non ci sono gli anni luce di distanza da quello che hanno sempre fatto, ma c’è la luce, ci sono le musiche dolci e malinconiche, di una classe che non ti aspetti da facce così, rock come quando il rock lo ascolti da lontano, che ti rimangono le parole in testa e le melodie che ti fanno sentire senza gravità.
10 canzoni per viaggi interstellari con il navigatore rotto.
Ci sono la luce e ci sono distanze da riempire.
Gli Interno 17 sono atterrati ancora.
Il solito schianto.
Mr Star
3 commenti:
Finalmente il ritorno dei miei idoli!!!!!ma il disco è già uscito???nn riesco a trovarvi...aiutatemi...cmq come al solito grandi canzoni...il mulo è l'ennesimo capolavoro!!!grandi!!!!
vi ho attesi, desiderati, riascoltati all'infinito nell'attesa del Signor Stella, ho scritto di voi, ho ricantato nella mente infinite volte i vostri testi, li ho scritti sui muri delle stanze, vi sono stato vicino da lontano, vi voglio semplicemente bene.
VI PRETENDO A NAPOLI.
Mezcalino
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_3687/Interno_17_Liquido.htm
Voi apprezzerete le buone intenzioni e non farete caso alla quaità della rece.
Mezcalino
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