1 feb 2009

La Distanza

Due persone possono incontrarsi ogni giorno in un posto,vedersi o guardarsi e continuare ad ignorarsi anche per anni. Rimanendo così per sempre “Quello o Quella della Metro”, “Quello del Market” , “Quello sul Treno” o addirittura “Quello del Pianerottolo di Casa” di cui ignori pure il nome.
Questa è distanza,vera distanza?
Comunque,la incontrai per un paio di volte ancora,alchè decisi di arrivare in ritardo tutti i giorni alla metropolitana,e di conseguenza al lavoro (..e così via in tutto fino ad oggi – una cosa questa da cui non ne sono più venuto fuori..-)
Un mattino mentre uscivo di casa provavo ad autoconvincermi di doverla fermare.
Che ne so...: “Ciao,come va?”, “Ciao,anche oggi in ritardo?” “Hey! Stooop”.Il solito imbarazzo da maschio. Non mi importava però della risposta,dovevo oppormi alla passività, all’inedia!
Successe che quella mattina non la vidi,la incontrai però di pomeriggio quando rientrava. Uscimmo praticamente assieme dal vagone,lei andò sulla scala mobile a sinistra e io su quella a destra. A metà strada pensai che stessi barando ancora,non potevo scappare su quella scala,e darmi ancora e ancora del fifone,così mi fermai. D’improvviso cominciai a fare gli scalini a ritroso per rincorrerla,urtando così tutte le persone nel giusto senso di marcia. Per un pò a causa della ressa rimasi fermo,il nastro mi riportava su mentre vedevo lei quasi in cima alla sua. Così decisi per fare l’animale,e iniziai a correre e spingere tutti. Feci gli ultimi tre con un salto mentre la gente mi urlava dietro di tutto..
Quando la raggiunsi le poggiai una mano sulla spalla,lei si voltò paralizzandomi con uno dei suoi sorrisi.
Quasi afono dissi: “Ciao” e dopo un imbarazzante silenzio lei:
“Ciao,dimmi”
Il fiatone mi impediva di parlare ma continuai : “Pensavo,ffff,..che se ti va,si potrebbe andare a prendere ffff un caffè.Si può fare?”
16 parole.Per annullare la distanza,per distruggerla,fregare il destino,la Normalità.16 parole.
Lei rispose: “Mmm,beeh..,si. Ma sai, non oggi,sono tremendamente in ritardo”
Quel “tremendamente”oltre ad essere elegantissimo e profumato mi suonò tremendamente.. sincero.
Già la perdonavo. Capivo. Cameratismo.
Poi pensai, “che rintronato”,non le avevo neanche chiesto il nome,ne lei sapeva il mio,la cosa, un po mi smontava.
Dopo che mi salutò quel giorno passò una settimana prima che la rivedessi.
Successe però.
Lei usciva dalla Metro,era sulle scale che portano in superficie,mi voltai e la vidi.
Appena mi riconobbe allungò il passo e mi salutò:
“Hey!Ciao,come và?”
“Ciao!”
Lei: “Mi sa che tu sei un ritardatario perenne come me..”
Io: “Mbeh..,e mi sa di si,son sempre a correre..” (Pensiero: “..Boia,a correr dietro a te..”)

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